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Sai Gon e così sia. Avventure di un mese in Vietnam, Pt.2

Viaggi, Asia

Come stavo dicendo nella prima parte dell’articolo (che si concentra sul Vietnam del Nord) da Ninh Binh abbiamo preso un treno notturno per andare a Phong Nha – Ke Bang National Park, nel Vietnam centrale. 

Se non lo avete ancora letto dovete assolutamente recuperare! Lo trovate qui.

[Piccola parentesi sui treni notturni in Vietnam: per me sono stati un incubo. In cabina eravamo in 6 più gli scarafaggi e lo spazio per ciascun letto diminuisce salendo, perciò se vi troverete a prenotare un viaggio del genere assicuratevi di prendere i posti più in basso. Io, nonostante la mascherina per coprire gli occhi ed i tappi per le orecchie, non sono riuscita a chiudere occhio… Tanto che le successive notti di viaggi abbiamo deciso di farle in nightbus, per poi scoprire che, tra i due, forse era meglio il treno. ]

Cabina da 6 di un treno vietnamita.

3. Persi nel parco nazionale di Phong Nha – Ke Bang, nel Vietnam centrale.

Una zona povera ed affascinante, un ambiente rurale in cui il turismo è ancora raro, che ha sofferto più del resto del paese i bombardamenti americani a causa della conformazione geografica del territorio. Era, infatti, un punto strategico lungo il sentiero Ho Chi Minh: corrisponde all’area più stretta del paese, meno di 50 km tra la costa ed il confine con il Laos, e l’esercito americano riteneva che colpendo questa zona si sarebbero potuti bloccare i rifornimenti di cibo ed armi ai guerriglieri al fronte.

Phong-Nha Road, Viet Nam

Vi riporto un pezzettino del mio diario di viaggio, così come lo avevo scritto al momento, perchè mi sembra il modo più onesto di raccontarvi questa regione così speciale:

Ho conosciuto il Vietnam in bianco e nero, l’ho incontrato nei racconti struggenti della guerra, nei film americani, nel terrore dei Viet Minh. Ero attratta da queste storie di dominazione e libertà, colonialismo e resistenza; Mi affascinano le ideologie, le pulsioni dei popoli, la voglia di indipendenza che ha spinto questa gente ad ingegnarsi, armarsi e lottare. 

Ieri per la prima volta ho visto una bomba, disarmata e poggiata su un’aiuola ad indicare l’ingresso di un locale. Immobile, vistosa, arrugginita; Non me l’aspettavo lì,  lontana dai musei e dalle guide turistiche, indifferente sul marciapiede. 

Ho 25 anni e sono cresciuta con tutte le comodità che ci offre oggi la nostra bella Italia: Non ho mai vissuto la guerra, non ho mai visto un aereo militare, quando sento un boato penso al terremoto non ad un bombardamento ed ai miei occhi la storia di questo paese assomiglia tanto ad una rivincita. Alle vicende di Davide che vince il gigante Golia.

In realtà, ora mi rendo conto che sia stata una battaglia molto meno romantica rispetto a come l’avevo immaginata, non perchè sia stata ideologicamente sbagliata, ma perchè leggendo tante testimonianze mi sono resa conto che non sempre la realtà è bianca o nera, che la storia è fatta di tante sfumature di grigio.

Spesso torno con la mette qui, ad un momento particolare in cui ringraziavo l’universo, dondolando su un’ amaca appesa nella giungla, per avermi regalato quelle emozioni, quel panorama e la fortuna di essere lì.

Ma il vero tesoro di questa regione è sotto terra.

Nel parco nazionale Phong Nha-Ke Bang, definito dall’ Unesco Patrimonio dell’Umanità nel 2003, si trovano le più antiche montagne carsiche dell’Asia, formatesi circa 400 milioni di anni fa.

La zona presenta un complicato sistema di grotte – alcune di dimensioni e lunghezza straordinarie – e spettacolari fiumi sotterranei… In particolare le grotte Son Doong, io non nè avevo idea, ma sono le più grandi al mondo!

In generale, le bellezze di questa zona meritano di essere approfondite, perciò se siete interessanti leggete qui: troverete informazioni più dettagliate.

E se tutto questo non bastasse per spingervi a visitare questo posto, parliamo anche di “The pub with cold beer“. Come potete immaginare dal nome, fu la prima famiglia a comprare un frigorifero e vendere birra fredda in tutta la regione.
Oggi è un bellissimo ristorante dove viene servito tutto ciò che loro coltivano o allevano: infatti, qui l’aspetto particolare è che quando ordini del pollo per pranzo puoi assistere a tutto il processo che lo porta dal razzolio libero al tuo piatto. Il che, se come me vieni dalla campagna, non è molto interessante.

Ma mi rendo conto che c’è davvero tanta gente che non ha mai visto animali diventare cibo e questo può essere un passo in avanti verso un’alimentazione consapevole. Perchè è giusto che tu sappia cosa stai mangiando.

Dopo qualche giorno in questo paradiso ci siamo diretti verso la zona demilitarizzata, il famoso 17° paralello, fermandoci a dormire a Dong Hoi.

4. Dong Hoi, un mondo parallelo in Vietnam

Ecco, Dong Hoi è una strana città sul mare che sembra appartenere ad un altro paese, un’ altra realtà, un altro mondo: Tendenzialmente più ricca, senza il magnetico degrado di Hanoi o l’ambiente rurale di Phong Nha. Probabilmente è stata solo la mia impressione, ma si respira un’aria diversa: la città era piena di luci e sembrava in festa.

Eravamo gli unici occidentali, il che deve aver destato non poca curisità tra gli abitanti. Ad ogni passo era un “Hello! Hellooo! What’s your name?? Hello!” e non solo da parte dei bambini. Tutti sembravano felici di spiegarci qualcosa: dove andare, dove dormire, cosa vedere, come mangiare la strana zuppa che avevamo ordinato 🙂

Tam Toa Church, Dong Hoi, Vietnam.

Abbiamo trascorso qui solo una notte, di passaggio per raggiungere il giorno successivo il museo della guerra in cui si trovano i “Vinh Moc Tunnel“, ma se dovessi tornare il Vietnam sicuramente mi organizzerei per trascorrere qualche giorno qui.

5. The Vinh Moc tunnel & DMZ, un museo a cielo aperto.

Da Wikipedia: “La zona demilitarizzata vietnamita fu una zona (in inglese DMZ) creata lungo il confine tra Vietnam del Sud e del Nord a seguito della guerra d’Indocina ed ebbe grande importanza durante la successiva guerra del Vietnam, durante la quale vi ebbero luogo duri scontri. “

Infatti le forze americane credevano che gli abitanti del villaggio di Vinh Moc fornissero cibo e armamenti alla guarnigione del Vietnam del Nord, che a sua volta ostacolava i bombardieri americani verso Hanoi.

L’idea era di costringere gli abitanti del villaggio di Vinh Moc a lasciare la zona, ma come spesso è accaduto in Vietnam, i civili hanno scelto di non abbandonare i campi e continuare a lavorare: decisero di scavare i tunnel per spostare il loro villaggio a circa 10 metri di profondità, ma le forze americane progettarono bombe che scendevano fino a 10 metri.

Allora, per ovviare a questo problema, gli abitanti spostarono il villaggio a una profondità di 30 metri. 

Il complesso di tunnel è impressionante, lunghi più di 3 Km, collegava diversi villaggi della zona. Oggi la maggior parte dei tunnel sono aperti ai visitatori e sono mantenuti nella loro forma originale.

Furono costruiti in più fasi a partire dal 1966 ed utilizzati fino all’inizio del 1972. Il complesso si è sviluppato negli anni, fino a comprendere pozzi, cucine, stanze per ogni famiglia e spazi per l’assistenza sanitaria.  Circa sessanta famiglie vivevano nei tunnel e ben 17 bambini sono nati al loro interno.

L’opera fu un successo e nessuno perse la vita.  L’unico colpo diretto arrivò da una bomba che non riuscì ad esplodere ed il cui foro è stato utilizzato come albero di ventilazione.

La terra è martoriata, un susseguirsi di crateri di questo tipo.

I Vinh Moc tunnel e la DMZ sono visitabili con una gita in giornata, ma non effettuate l’escursione senza una guida: La loro visione degli eventi, le loro esperienze personali o quelle delle loro famiglie, si sono rivelate uno degli aspetti più interessanti della visita.

Spesso quest’opera viene associata a the Cu Chi tunnels, nella zona di Ho Chi Minh City… ma sono molto differenti, non soltanto perchè questi ultimi sono molto più stretti, umidi ed angusti, ma soprattutto perchè erano pensati per soldati, non per i civili.

Per arrivare da Phong-Nha a Huè, passando per la DMZ, noi ci siamo appoggiati a questa agenzia: “PhongNha discover” che ad un costo più che onesto ( 25$ a persona ) ci hanno accompagato per tutta la giornata, fino al nostro ostello ad Huè.

Spero che l’articolo ti sia piaciuto! Se le informazioni ti sono state utili condividi e seguimi sui social per rimanere aggiornato 🙂

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