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Martenitza: la primavera nei balcani è una vecchia signora

Europa, Viaggi

La Martenitza per me: quando sono arrivata a Sofia per la prima volta erano i primi giorni di marzo.

La temperatura era gelida, ma nelle strade si percepiva un’aria frizzante e un clima di festa. Una moltitudine di bancarelle colorate hanno catturato la mia curiosità, ed è così che ho scoperto la storia di Baba Marta.

Una tradizione antica e affascinante che celebra l’arrivo della primavera in modo unico.

Baba Marta e la tradizione della Martenitza

Hai mai sentito parlare di Baba Marta?

Questa figura mitologica, profondamente radicata nella cultura bulgara, rappresenta l’incarnazione della primavera e della rinascita. Baba Marta, che significa “Nonna Marzo,” è descritta come una vecchietta con le guance rosse, capace di trasformarsi in una giovane avvenente con un semplice sorriso.

Questa dualità simboleggia il passaggio dall’inverno rigido alla vivace primavera, un momento atteso con entusiasmo da tutti.

La tradizione della Martenitza è una delle celebrazioni più amate in Bulgaria.

Ogni anno, il 1° marzo, le persone scambiano piccoli amuleti di lana bianca e rossa chiamati Martenitsi.

Questi amuleti, spesso sotto forma di braccialetti o bamboline, rappresentano i personaggi di Pizho e Penda. Il bianco simboleggia la purezza e la gioia, mentre il rosso rappresenta la salute e il fuoco vitale.

Indossare una Martenitza è un augurio di buona fortuna e prosperità per l’anno a venire.

Origine della Tradizione

Ma da dove nasce questa tradizione? Le leggende narrano che Baba Marta, lunatica e imprevedibile, possa portare sia il bel tempo che il freddo. Indossando le Martenitsi, le persone cercano di ingraziarsi Baba Marta, sperando in un rapido arrivo della primavera.

Ti stai chiedendo come si conclude questa tradizione?

Quando si avvistano i primi segni della primavera, come una cicogna o un albero in fiore, le Martenitsi vengono appese ai rami degli alberi o poste sotto una pietra, esprimendo un desiderio.

Questa tradizione non è solo un modo per celebrare la primavera, ma anche un’opportunità per connettersi con le radici culturali e rafforzare i legami comunitari.

Baba Marta e Marte

Secondo la tradizione, Marta (versione balcanica dell’antica Nerio Martis dei Sabini) è la compagna del dio a cui è sacro questo mese, Marte, il guerriero e signore dei lupi. È una nonnina con le guance rosse, una fiabesca e lunatica signora che può diventare in un attimo un’avvenente ragazza, personificazione dell’aurora primaverile, della linfa vitale che presiede la fine dell’inverno.

In Bulgaria questa festività è chiamata Martenitza, in Romania e Moldavia Martisor, in Macedonia Martinki… è di fatto un tripudio di ciuffi biancorossi: bracciali, coccarde, pupazzi appesi sui rami degli alberi o indossati fastosamente come si usava nell’antichità, fra i cavalieri e le amazzoni della Tracia.

Pizho e Penda, martisor.

Pizho e Penda

Questi oggetti, i Martisor (piccolo Marzo), vengono regalati all’alba del 1° marzo e indossati fino a quando si vede il primo segno dell’arrivo della primavera – una cicogna, una rondine o un albero in fiore – e poi (non oltre il 1º aprile) vengono restituiti alla natura, si appendono su un albero o si mettono sotto una pietra, esprimendo un desiderio.

In particolare le piccole bambole di lana sono chiamate Pizho (il maschio) e Penda (la femmina): il bianco rappresenta la purezza, l’innocenza e l’allegria; il rosso la salute, la luce del sole di levante e di ponente, il sangue che scorre, il fuoco.

Leggende della Martenitza

Diverse leggende accompagnano questa festività. Quella che riporto è antichissima, forse l’unica di origine protobulgara e non slava.

Khan Asparuh, il mitico fondatore del primo Stato Bulgaro, doveva partire per la guerra e per rassicurare la sua giovane moglie promise che, appena finita la battaglia, le avrebbe mandato un piccione con un filo bianco legato alla zampina in segno di vittoria.

La battaglia fu lunga e durissima; lui rimase ferito al braccio e mentre legava il filo di lana bianco, esso si macchiò con il rosso del suo sangue. Così nacque la prima Martenitza, simbolo di vittoria e prosperità.

Un’altra leggenda narra di Baba Marta come una vecchietta che, gelosa della bellezza e della giovinezza di sua sorella, la Primavera, cerca di ritardarne l’arrivo.

Si racconta che Baba Marta abbia un temperamento lunatico: quando è felice, il tempo è mite e soleggiato; quando è arrabbiata, torna il freddo e la neve. Le persone, per cercare di ingraziarsi Baba Marta e far sì che porti presto la primavera, indossano le Martenitsi e le offrono piccoli doni.

Alcuni racconti popolari parlano di una giovane pastorella che, trovando un filo rosso e bianco intrecciato, lo legò al polso come segno di buona fortuna.

Da quel momento, ogni primavera, il bestiame della pastorella era sano e robusto, e il suo gregge prosperava.

La notizia di questa pratica si diffuse rapidamente tra i pastori e i contadini, dando origine alla tradizione delle Martenitsi.

In tempi antichi, durante le guerre di marzo, le donne regalavano questi piccoli talismani di colore bianco e rosso per ricordare agli uomini la loro famiglia e per fare piacere a Baba Marta, cosicché essa non avrebbe cambiato il proprio umore.

In altre parole, rappresentavano una preghiera affinché gli uomini combattenti non morissero di freddo.

Questo gesto simboleggiava non solo il desiderio di protezione per i propri cari, ma anche la speranza di un futuro prospero e pacifico.

Inoltre, in Bulgaria, terra di agricoltori, la figura della vecchietta che quando sorride fa splendere il sole e scioglie la neve, mentre quando è imbronciata ghiaccia di nuovo la terra, è ricorrente nella tradizione contadina.

Secondo la credenza popolare, il sorriso di Baba Marta è così potente da poter svegliare la natura dormiente, portando la vita e il colore nei campi e nei giardini.

Celebrazioni Moderne della Martenitza

Oggi, la tradizione della Martenitza continua a essere celebrata con grande entusiasmo in Bulgaria e in altre regioni dei Balcani, come Romania, Moldavia e Macedonia. In queste nazioni, le Martenitsi sono vendute in numerosi mercati e fiere all’aperto, dove bancarelle colorate offrono una vasta gamma di amuleti, braccialetti e bamboline in lana bianca e rossa.

Le scuole e le comunità organizzano eventi speciali per il 1° marzo, in cui bambini e adulti partecipano a laboratori creativi per realizzare le proprie Martenitsi.

Le strade delle città si riempiono di persone che indossano questi piccoli amuleti, creando un’atmosfera festosa e carica di aspettativa per l’arrivo della primavera.

Inoltre, la diaspora bulgara porta avanti questa tradizione anche all’estero, mantenendo viva la connessione con le proprie radici culturali.

In molte città del mondo, le comunità bulgare organizzano eventi e feste per celebrare la Martenitza, condividendo questa antica usanza con amici e vicini di altre culture.

Anche le aziende e le istituzioni pubbliche partecipano alla celebrazione della Martenitza.

È comune vedere uffici decorati con Martenitsi e dipendenti che le indossano al lavoro.

Le Martenitsi vengono spesso donate anche come segno di amicizia e rispetto tra colleghi.

Con l’avvento della tecnologia, la tradizione si è adattata ai tempi moderni: molte persone inviano Martenitsi virtuali tramite messaggi e social media, diffondendo gli auguri di buona fortuna e prosperità in tutto il mondo.

Questa celebrazione non è solo un modo per accogliere la primavera, ma anche un’occasione per rafforzare i legami familiari e comunitari, mantenendo viva una tradizione che affonda le sue radici nella storia e nella cultura bulgara.

Importanza Culturale e Simbolica

La Martenitza non è solo un simbolo della primavera, ma anche un potente simbolo di identità culturale.

Indossare una Martenitza significa riconnettersi con la propria eredità e tramandare valori e tradizioni alle nuove generazioni.

In un mondo sempre più globalizzato, queste tradizioni giocano un ruolo cruciale nel mantenere vive le diverse identità culturali.

La celebrazione della Martenitza rappresenta quindi non solo un augurio di buona fortuna e prosperità, ma anche un impegno collettivo a preservare e valorizzare la propria cultura e storia.

Un motivo in più per visitare i balcani

Visitare i Balcani offre un’opportunità unica di scoprire una regione ricca di storia, cultura e bellezze naturali. Questo angolo del mondo, spesso trascurato dalle rotte turistiche più convenzionali, è un vero scrigno di tesori nascosti che aspettano solo di essere esplorati.

Uno dei motivi per cui dovresti considerare un viaggio nei Balcani è proprio la possibilità di partecipare a celebrazioni tradizionali come la Martenitza o il Carnevale di Patrasso.

Questa festività, con i suoi vivaci colori bianco e rosso e le sue profonde radici culturali, offre un’immersione autentica nella vita quotidiana e nelle usanze locali, permettendo ai visitatori di connettersi profondamente con le persone e le loro tradizioni.

I Balcani sono una terra di contrasti sorprendenti, dove le tracce di antiche civiltà convivono con le vibranti culture moderne.

Qui è possibile camminare tra le rovine di antiche città romane, esplorare fortezze medievali e ammirare l’architettura ottomana, tutto in un solo viaggio.

La regione vanta un patrimonio culturale incredibilmente diversificato, influenzato da una miriade di popoli e tradizioni che hanno lasciato il loro segno nel corso dei secoli.

Ma i Balcani non sono solo storia e cultura. La natura incontaminata della regione offre paesaggi mozzafiato, dalle montagne imponenti ai laghi cristallini, passando per le coste meravigliose del Mar Adriatico e del Mar Nero.

I parchi nazionali della Bulgaria, come il Parco Nazionale del Rila, offrono itinerari di trekking spettacolari, mentre le spiagge della Croazia e del Montenegro sono ideali per chi cerca relax e bellezza.

La calorosa ospitalità balcanica, con la sua generosità e il suo spirito accogliente, fa sentire ogni visitatore come a casa.

La partecipazione a festività come la Martenitza, caratterizzata dall’accoglienza delle famiglie locali e dalla condivisione delle tradizioni, rafforza questa sensazione di appartenenza e connessione.

Inoltre, la cucina balcanica è un viaggio nel gusto: dai piatti a base di carne alle deliziose paste, dai dolci tradizionali ai vini locali, ogni pasto è un’esperienza culinaria da ricordare.

Non mancano mercati vivaci dove si possono trovare prodotti freschi e artigianali, che riflettono la ricchezza delle risorse naturali della regione.

Allora, non siete anche voi desiderosi di accogliere la primavera?

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